Nel 1972, Sandro Munari e Mario Mannucci, a bordo della loro Lancia Fulvia HF 1600 vinsero il quarantunesimo Rally di Monte Carlo.
Fu una impresa inaspettata, imprevedibile contro avversari più forti e con auto molto più performanti come le Alpine, le Datsun, le Porsche e soprattutto contro team più organizzati e dai budget più importanti.
La Lancia non era favorita ma ben preparata: durante tutto il mese di dicembre gli equipaggi provarono e memorizzarono tutte le insidie del percorso, redigono tutte le note delle prove speciali con grande attenzione alle potenziali insidie in caso di maltempo.
Alla partenza del 41° Rally di Monte Carlo vengono schierate ben cinque Lancia Fulvia Coupé 1,6 HF: n°2 Ballestrieri / Bernacchini; n°8 Källström / Häggbom; n°14 Munari / Mannucci; n°21 Lampinen / Andreasson e la n°26 Barbasio / Sodano.
Nelle prime prove speciali, come da pronostico, dominano le Alpine, mentre Munari e Mannucci, i migliori con le Fulvia, si difendono abbastanza bene riuscendo a restare saldamente in terza posizione.
La prova speciale decisiva fu ovviamente l’ultima, il Colle del Turini, dove le Alpine Renault ebbero problemi al cambio, ed una dopo l’altra, prima con Anderson poi con Darniche si ritirarono mentre le Porsche erano già indietro, penalizzate da una errata scelta di pneumatici.
Così Munari-Mannucci, si ritrovarono al comando della gara e ad un passo dalla leggenda. Solo mentre sono in procinto di timbrare all’ultimo controllo orario a Monaco nei pressi del porto, proprio dove oggi c’è la chicane delle piscine, si rendono conto di aver compiuto un’impresa epica.
Nei mesi successivi le concessionarie Lancia vennero quasi prese d’assalto: tutti volevano comprare una Fulvia Coupé. Rapidamente vene allestita una versione rievocativa che riproduce la livrea bicolore con cofano e baule nero opaco, la scocca della 1600 seconda serie priva di paraurti, sedili sportivi avvolgenti e targhette Monte-Carlo su cofano e baule.
Fu un successo commerciale che permise alla Lancia non solo di incrementare la produzione ma soprattutto di annullare la cassa integrazione prevista e migliorare sensibilmente le finanze dell’azienda.