Victor Henry “Vic” Elford è stato uno dei driver più versatili e vincenti del ventesimo secolo
Nato a Londra il 10 giugno 1935, Victor Henry “Vic” Elford ( soprannominato Quick Vic il veloce, dai suoi colleghi) decise fin da bambino che da grande avrebbe fatto il pilota di auto.
Le sue prime esperienze sono nell’ambito dei rally e non come driver ma come navigatore, in coppia con David Seigle-Morris.
Nel 1961, si siede al posto del guidatore e debutta come privato, a bordo di una Mini. Il suo talento e la passione per il motorsport fu subito notato e nel 1962 divenne pilota ufficiale di una DKW Junior, vettura con cui conquista le prime vittorie nel campionato nazionale.
Segue una stagione in Triumph e poi tre anni, sempre da pilota ufficiale, con la Ford britannica, a bordo delle veloci Cortina.
Nel 1967 passa con Porsche e si laurea subito campione europeo rally a bordo di una 911 ufficiale. Sempre con la Porsche, Elford passa alle vetture sport e alle competizioni di durata. Alle 24 Ore di Le Mans del 1967, in coppia con l’olandese Ben Pon sulla Porsche 906 2 litri, è primo di classe, replicando un mese dopo anche al Circuito del Mugello con Gijs van Lennep su 911.
Ma la stagione che lo consacra definitivamente come campione, è sicuramente quella del 1968.
A fine gennaio vince il Rally di Montecarlo, ancora su Porsche 911, il weekend seguente la 24 Ore di Daytona e, un mese dopo, a Sebring conquista il secondo assoluto.
A maggio è in Italia, in coppia con Umberto Maglioli, e vince la Targa Florio, ancora su Porsche, a bordo di una 907/8, dopo aver recuperato un ritardo di oltre 18 minuti dovuto a una foratura, poi lo troviamo vincitore al
A luglio fa i suo debutto in Formula 1 al Gran Premio di Francia, dove riesce a chiudere la gara d’esordio al quarto posto assoluto con una fiacca Cooper T86B sotto una pioggia torrenziale.
Sempre atteso protagonista della Targa, fino al 1971 Elford è al volante delle Porsche più incredibili della storia, dalle 908 alle 917. Nel 1972 arriva invece l’ingaggio dalla nostrana Autodelta per pilotare le Alfa 33.
Una stagione che oggi viene ricordata principalmente per l’episodio che gli varrà la nomina a Chevalier de Ordre national du Mérite dal presidente francese Georges Pompidou per il suo “coraggio ed eroismo”: durante la 24 Ore di Le Mans viene sorpassato alla curva Mulsanne da Jo Bonnier su Lola, il quale, nel tentativo di effettuare un altro sorpasso dopo di lui ai danni di una Ferrari, resta coinvolto in un pauroso incidente.
Elford segue tutta la scena e, una volta raggiunti i rottami, scende dalla sua Alfa Romeo e si lancia tra le fiamme nel tentativo di salvare i colleghi, che crede siano ancora intrappolati in macchina.
Sarà purtroppo un’azione inutile: il pilota della Ferrari è già riuscito a scappare, mentre Jo Bonnier, purtroppo, rimane ucciso sul colpo tra i rottami della sua Lola, schiantatasi contro gli alberi. Il suo gesto resta comunque tra i momenti più belli ed eroici della storia del motorsport.
Il 1972 sarà per lui l’ultima vera stagione e nel 1974 si ritira ufficialmente dalle competizioni.
Dal 1975 torna ai box in qualità di team manager in diverse categorie.
Di Vic Elford restano poi diverse tracce anche al di fuori delle corse vere e proprie: nel 1971 prese parte come controfigura, assieme a diversi colleghi, alle riprese del film sulla 24 Ore di Le Mans diretto da Steve McQueen, mentre nel 1972 fu narratore del documentario The Speed Merchants di Michael Keyser. Fu anche autore di libri sulla storia del motorsport e sulle tecniche di guida.
Si è spento, all’età di 86 anni, il 13 marzo scorso.